Il potere in un abbraccio (16/05/2019)

Photo by Vasyl Potochnyi on Pexels.com

La luce accecante di una lampada satura la natura della stanza asettica immersa nel caldo abbraccio di un albero alla finestra. Le pareti tendono a scomparire, mentre gli occhi si chiudono e cercano il momento in cui il dolore colpirà.

Gli occhi si richiudono di nuovo, mentre appare il tuo sguardo curioso verso la mia direzione.

Sei stranamente policromatica. Sullo sfondo della tua pelle olivastra emergono colori mai visti, esaltano i tuoi lineamenti, misurano la profondità delle tue forme ed esaltano i chiaroscuri. I capelli corvini acquisiscono nuova luce, più chiari, lucenti, lisci, curati e legati elegantemente da un elastico invisibile.

Qualche frase, qualche pensiero e si cominciano a delineare parti della tua vita nascosta, che ben tieni conservata dentro di te, fra la voglia di comunicare e quella di celare. Non ti esponi, accenni.

Siamo costretti a salutarci, mi avvicino per farlo e mi abbracci. Le mano sulla mia schiena, traccia un percorso che ritmato, accelerano il battito del mio cuore.

Sento la tua energia positiva, la parte più bella della tua essenza. Un carattere aperto ed espansivo, una strana e affettuosa morsa che scalda l’anima in meno di due battiti.

Non è possibile trovarti, ma so bene dove cercarti. Sei lì dove l’attesa e la tenerezza di un movimento circolare, si uniscono per formare il tuo sorriso. Quello stesso sorriso che non vedo ma che percepisco ad ogni tocco della tua mano sulla mia schiena, in un tempo infinitamente breve ma che acquisisce valore di qualità in un momento di naturale confronto fra due anime che trovano il loro punto di contatto lì, fra il battito e il soffio, fra il movimento e la statica figura di due corpi uno di fronte l’altro, nel cuore di uno, nel pensiero dell’altra.

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