
L’azione che compiamo nel ricordare un momento felice è sempre causato da una degenerazione di un’occasione poco propizia della vita presente. Il contesto spesso aiuta questo manifestarsi di comportamenti negativi che si incrementano con la giustificazione di un’azione in nome di ben più altre intenzioni che in realtà fanno parte della sfera egoistica camuffata da altruismo.
Questa pellicola è ambientata in una circostanza apocalittica dove la fine del genere umano può rappresentare una via d’uscita dalla vita creata in una società fondata sui principi sbagliati. Si presentano diversi scenari fra cui: l’isteria, la pandemia, l’egoismo e l’altruismo.
Un amore perduto nella storia diventa il fulcro della trama, quella voglia di ricercare nel mondo l’autrice della lettera ricevuta in ritardo a causa di una leggerezza cleptomana, trasformando la solitudine del protagonista ferito dall’abbandono di sua moglie, in scopo ultimo di felicità nei giorni conclusivi della propria esistenza. Il suo amore perduto, che alla vigilia della sua dipartita sceglierà di vivere il ricordo di una coppia ai tempi del liceo, ormai maturi e consapevoli dell’effimero futuro.
La postina, che in realtà è la vicina i cui legami emotivi sono basati su di una disastrosa vita sentimentale dove lasciato il ragazzo di turno, si trasforma in una zavorra ingombrante nello svolgimento della trama: la fuga. Il protagonista lascia andare quella rabbia per la “postina” che, nelle scene precedenti è rimasto colpito dalla fragilità dei sentimenti. La scelta è scatenata dalla pandemia violenta e devastatrice che li sta per raggiungere. La sveglia e la ragione permettono di far fuggire i due da quel bozzolo di ricordi, offrendo a lei la mano della salvezza: raggiungere la sua famiglia per passare gli ultimi istanti di vita. Da qui diventa un pellegrinaggio nelle rispettive vite, balzando dal presente al passato prossimo.
Il viaggio, allegoria di un’azione compiuta dall’inizio fino alla conclusione della propria esistenza, dove le esperienze e le persone conosciute trasfigurano le sembianze di uno scenario apoplettico in un dinamismo di cuori e ragioni. Gli stessi cuori che si intrecciano al battito di ogni ricordo speso a contestare le scelte passate. Il rimorso della protagonista, spinge l’attenzione verso questo uomo di sopra i quaranta a vivere esperienze estreme, giovanili.
La differenza di età non viene per nulla evidenziata e anzi, non vi è alcun elemento utile che ne faccia presagire un qualsiasi scontro generazionale. Si confrontano soltanto due tipi di maturità affettiva: quello di un uomo ferito e abbandonato e quello di una donna esistenzialista e sempre alla ricerca di un amore forte che la trascini via dalla realtà. Questi due sentieri diventano protagonisti del tempo. “Tutti vogliono andare da qualche parte…” esclama il filosofo del furgone che da praticante convinto, per non essere escluso dal suo paradiso cristiano, commissione il suo omicidio, quasi volesse trovare una scappatoia agli occhi del suo dio.
Ognuno dei due protagonisti svolge un ruolo importante, un percorso tortuoso che hanno compiuto per congiungersi e la maturità acquisita nel corso delle loro esperienze fino a portarli ad uno stesso livello di età emotiva.
Sono giunti finalmente al premio ambito di lui, passare i suoi ultimi istanti con l’amore del passato. Stoicamente si lascia andare l’opportunità di incontrarla delegando ad una missiva le spiegazioni di quel suo viaggio incredibile. La scelta di lasciare andare il suo nuovo e giovane amore verso la sua famiglia, per esaudire quel sogno dichiarato nei primi istanti del loro incontro.
Un riferimento quasi dostoevskiano al desiderio di abbandonare la sua Nastenka al suo primo amore.
Si notano però delle incongruenze nella trama quasi una forzatura del finale. Probabilmente una scena girata a conclusione di quel copione corretto che quasi faceva presagire la fine di un’esistenza come nella realtà spesso accade, in solitudine e nei ricordi. Forse il regista e lo sceneggiatore, hanno voluto spruzzare ciò che è rimasto di quella magia infusa nelle scene primarie, per trasformare il messaggio pessimistico di una fine prossima del genere umano, in qualcosa di mistico, destinato solo a pochi e dove tutti non moriranno soli.
Forse dietro tutto questo rumore vi è un messaggio semplice che cerca di trasmettere alle generazioni future, in un periodo in cui la tecnologia non era arrivata ai livelli di oggi, senza capo chino a trasmettere e ricevere blasfemie ortografiche prive di significati logici rispetto alle ben più profonde riflessioni trascritte su carta.
Se oggi fosse il tuo domani dove andresti?
E se fosse il tuo ultimo giorno sulla terra, cosa faresti?
Risposte a cui non vogliamo e non sappiamo dare un risvolto certo se non a quelle sensazioni di terrore e di paura con cui dobbiamo fare i conti ogni qual volta temiamo per la nostra vita.
Fondamentalmente, si cerca di assumere quei connotati esistenzialistici per non inciampare nella mediocrità. La stessa da cui prendiamo tutti le distanze e che poi alla fine si rivela preponderante nelle scelte e nei rapporti sociali. Le stesse distanze che prendiamo dai pessimismi cosmici a cui invece siamo essenzialmente legati per tradizione o religione, che colpevolizzano l’appartenenza ad un gruppo di pensiero diverso e forse migliore. La colpa come motore generatore di vita e causa di morte interiore per tanti.
La paura intrinseca nei rapporti umani è sempre legata al paragone della propria vita rispetto a quella dei tanti mutanti sulla terra. Come la moglie del migliore amico, un antieroe che ad una festa si rivela enunciando intenzioni e posizioni nei confronti di quel ruolo nella vita assunto indirettamente, moglie, e per conseguenza amica acquisita. L’incapacità di lei nel poter scappare da quella veste nei suoi ultimi giorni di vita cercando nell’amico di suo marito, la fuga da quella realtà ormai lontana di sogni romantici, di famiglie numerose e di parvenza sociale. Lei che incarna la classica donna del post bellico in una nazione bigotta e vincitrice, che plagia le sue figlie nel ruolo di schiava ed educatrice, silenziosa e assertiva nel suo piccolo mondo perfetto. Fino a quando il mondo cade, “Nessuno appartiene più a nessuno…” esordisce nel vedere scivolare la sua vita, spesa nel fare la moglie perfetta in uno scenario ormai conclusivo.
L’antagonista maschile solerte e dal pugno duro rappresentato dal braccio destro della legge, l’agente di polizia che blocca e imprigiona i due futuri amanti in una stazione. La paura di passare gli ultimi istanti in una cella, diventa quasi accettabile quando i due cominciano ad instaurare un contatto cuore a cuore e non solo fisico. Forse è quello il momento in cui noi tutti possiamo dire di aver iniziato ad amare una persona, quando questa, nella sua fragilità, comincia ad aprirsi e a mostrare le idiosincrasie vissute nei confronti della vita quali cicatrici vistose e sbozzate.
Forse è proprio lì che si riesce a leggere una persona, quando tutte le armature scivolano via e la sua fragilità diventa evidente. Prepotentemente ci si accorge che la rotta intrapresa porterà ad un abbordaggio.
Sarà il pensiero di questo scontro fra cuori a sincronizzare i battiti e solo la voglia di farsi del bene porterà ad un solo ed ultimo desiderio, vivere gli ultimi respiri insieme come se non ci fosse un domani.
Andrei al mare, a scaldarmi sotto il sole. La pace.
La chiusa è stupenda!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Bellissimo. E se quel giorno piovesse?
Ti ringrazio ma è solo un resoconto del film. Una storia vera in un mondo decadente. In fondo ogni giorno potrebbe essere la fine del mondo no?!
"Mi piace"Piace a 1 persona
Guardiamo il lato positivo che è meglio! Quel giorno sarà bellissimo 😊
"Mi piace"Piace a 1 persona
Infatti ci sta una scena nel film che ripercorre la tua scelta. 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
Puoi anche citarlo, non mi offendo 😃
"Mi piace"Piace a 1 persona
I protagonisti si trovano in auto mentre lui dopo essere andata a trovare la sua amata, lui decide di andare via con lei. La protagonista incalza con le domande, chiede la motivazione di quel gesto e lui rimane in silenzio, la guarda. Nel mentre ferma l’auto. Si accorge che delle persone attraversano la strada in fila composta. Abbandonano l’auto e poi passano la giornata insieme lì, in compagnia di questi nuovi amici come se fosse estate e non ci fosse alcuna fine del mondo.
Non volevo citare la scena per non rovinartela nel caso in cui avessi voluto vedere il film. 🙂
"Mi piace"Piace a 1 persona
È bellissimo! Non riesco a guardare molti film, anzi, non riesco a trovare molti film che riescano a catturare la mia attenzione. Questo, però, è molto particolare, mi piace 😊
"Mi piace"Piace a 1 persona
Idem per me. Per trovare un film devo girare spesso e leggere attentamente la trama, se è commedia bene, se è sentimentale bene. Altrimenti depenno! 😉
Quindi lo conosci?
"Mi piace"Piace a 1 persona
Assolutamente no, però mi piaciuto quello che hai scritto 😊
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie due volte allora. Ma dovrai assolutamente vederlo, quando puoi ovviamente e preferibilmente in compagnia! 😉
"Mi piace"Piace a 1 persona