
La frattura generazionale nell’era digitale, conduce tendenzialmente ad una percezione falsata della realtà attuale, ponendo l’accento sul concetto di apparire e non di essere, sulla meta e non sulla partenza. Fondamentale è invece conoscere la radice di questi falsi movimenti sessisti a cui si assiste quotidianamente nel mondo contemporaneo, dove il concetto di “posso, quindi lo faccio” diviene una giustificazione all’idea malsana di prevaricare l’altro ponendo in essere una qualsiasi forma di oltracotanza discriminazione.
Ben lontani sono invece gli ideali nell’epoca moderna, di Olympe de Gouges, attivista di fine settecento delle Suffragette, a cui molte donne nel secolo successivo si ispirarono, e che gettando le basi per quella lotta tanto feroce quanto pacifica, in Inghilterra prima e in Italia dopo, hanno portato al riconoscimento dell’emancipazione giuridica femminile in Europa.
Con la “Déclaration des droits de la femme et de le citoyenne“ del 1791, manifesto che suggellò un patto propositivo col popolo femminile, in un’epoca di grandi rivoluzioni dopo la presa della bastiglia, dove i rivoluzionari discutevano e attuavano le politiche di transizione dalla monarchia costituzionale a repubblica, si iniziò concretamente a definire un ruolo socio-politico della donna.
Tragica fu la sua storia negli ultimi anni di vita, causate dagli attriti con il reggente Robespierre che nel 1793 la fece giustiziare insieme ai suoi amici sostenitori, infangandone poi la memoria. Dapprima dichiarata prostituta e poi riabilitata nel suo nome e nei suoi intenti nel ventunesimo secolo.
Nonostante le epoche siano controverse e il ruolo della donna fu limitato al concetto di moglie oggetto, dove la dissonanza fra il ruolo matriarcale, quindi donna e madre, si affiancava a quello di oggetto inanimato, che non poteva e non doveva detenere alcun diritto di natura giuridica nelle scelte della società civile se non quello di generatrice attiva, oggi rappresenta un vanto ed una conquista, un monito contro gli atteggiamenti sessisti che la società moderna cerca di dissimulare. Come la sinergia di leggi e rappresentanti femminili in parlamento e la famosa quota rosa, i premi per i datori di lavoro che assumono donne in ambito direttivo e quanto altro, sono solo un pretesto “sperequativo” atto ad evidenziare una passata e mal gestita discriminazione fisica e sessuale.
Sovente invece si trovano persone, giovani donne soprattutto, ragazze e quanto altro ad elargire massime di superiorità, ricadendo poi nello stereotipo della misoginia inversa, che quasi richiamano le teorie nietzschiane passando poi in un super-Io freudiano che terminano nella condanna di azioni passate, mortificando l’eterogeneità di genere verso coloro che costruiscono un dialogo sulle basi dell’uguaglianza e dell’equità.
Eppure il termine femminista ha subito un cambiamento di significato rispetto ai ruoli passati su cui si era fondato il movimento delle Suffragette. Se per definizione tale termine abbracciava propositivamente una cerchia di persone unite da un ideale di libertà e affermazione, oggi ha subito una mutazione avversa nei metodi e nei contenuti, tanto da diventare quasi una volgare giustificazione e un inno alla discriminazione di genere sfociando nel più puro sessismo, riportando alla luce quel sentore stantio che ha per connotati la definizione stessa di:
maschilismo – Termine, coniato sul modello di femminismo, usato per indicare polemicamente l’adesione a quei comportamenti e atteggiamenti (personali, sociali, culturali) con cui i maschi in genere, o alcuni di essi, esprimerebbero la convinzione di una propria superiorità nei confronti delle donne sul piano intellettuale, psicologico, biologico, ecc. e intenderebbero così giustificare la posizione di privilegio da loro occupata nella società e nella storia. [Treccani]
femminismo – Movimento di rivendicazione dei diritti delle donne,le cui prime manifestazioni sono da ricercare nel tardo illuminismo e nella rivoluzione francese; nato per raggiungere la completa emancipazione della donna sul piano economico (ammissione a tutte le occupazioni), giuridico (piena uguaglianza di diritti civili) e politico (ammissione all’elettorato e all’elegibilità), aquspica un mutamento radicale della società e del rapporto uomo-donna attraverso la liberazione sessuale e l’abolizione dei ruoli tradizionalmente attribuiti alle donne. [Treccani]
Diversa invece la posizione del movimento sessantottino che ha completato l’opera di evoluzione con l’equiparazione dei diritti sessuali della donna contro il bigottismo perbenista dilagante dal dopoguerra al boom economico. Il diritto di potere interrompere l’unione legale con un uomo, che gettò le basi per le leggi sul divorzio negli anni successivi, rivelatasi poi una risposta alla bigamia maschilistica clandestina di molti uomini infedeli. Fu grazie a queste coraggiose donne che conosciamo il:
sessismo – Termine coniato nell’ambito dei movimenti femministi degli anni Sessanta del Novecento per indicare l’atteggiamento di chi (uomo o donna) tende a giustificare, promuovere o difendere l’idea dell’inferiorità del sesso femminile rispetto a quello maschile e la conseguente discriminazione operata nei confronti delle donne in campo sociopolitico, culturale, professionale, o semplicemente interpersonale; anche, con significato più generale, tendenza a discriminare qualcuno in base al sesso di appartenenza. [Treccani]
Un esempio evidente della decadenza umana e che comunque passò inosservato ai più, fu quello di Francesco Crispi che per sfuggire dall’accusa di bigamia, pilotò la sentenza a suo favore facendo dichiarare non valida l’unione religiosa con Rose Montmasson riducendola alla povertà più estrema, diffamandola e privandola del suo onore di donna, tradita e dimenticata nella quanto mai controversa spedizione garibaldina.
Nel dialogo universale contemporaneo si deve puntare invece sull’abbattimento ed alienazione di questi termini ghettizzanti che non permettono un pieno sviluppo del dialogo fra i sessi, specie oggi di chi professa quelle antiche filosofie ellenistiche di Aristofane, e ai pochi che ancora si riconoscono nei dettami stilnovistici della donna quale figura superlativa e irraggiungibile paragonabile quasi ad una figura divina e delicata.
Più indicato è invece farli confluire, tutti i concetti fino ad ora espressi, in un termine contemporaneo più pregnante e pragmatico, che racchiude qualsiasi genere, oggi divenuto quasi una necessità che ancora provoca scandalo e vergogna nelle famiglie 2.0, il paritismo.
Un articolo del Dol’s Magazine ne da chiara definizione:
“Il Paritismo è un modo di essere, di concepire e di vivere i rapporti donna-uomo nell’epoca del post femminismo…”
Più ampio è il raggio di azione di questo movimento contemporaneo che tende ad includere nel dialogo attuale, anche il riconoscimento di tutti gli orientamenti. Purtroppo non vi è altra definizione o traccia nei dizionari, a dimostrazione di questo recente conio. Nell’era digitale si dovrebbe cercare l’unione, l’accettazione e l’equità superando, apprezzando le differenze ma soprattutto non ostacolare coloro che in questo trovano un chiaro simbolo dell’affermazione dell’Amore, quale carburante universale.
Eppure in un rapporto fra due esseri, le diversificazioni di pensiero spesso sono il legante per un rapporto più profondo che sfocia nel condividere passioni ed interessi per un bene bilaterale multiplo, fatto di abnegazione, fedeltà e sincerità avente come scopo primario l’unione in nome dell’Amore. Quello stesso sentimento che ha portato per secoli una varietà di estimatori e praticanti di tutte le arti in genere, quale la letteratura passando per la pittura, dalla musica all’architettura.
Che fine hanno fatto i concetti gnostici di Sofia, la sapienza di Dio, quella parte femminile generatrice che attua il progetto divino?
Non dovrebbero trattarsi di semplici enunciati sulla natura divina di un Essere soprannaturale, generatore di vita, ma di concetti concreti, volti ad elogiare quella potenza che solo l’essere femminile possiede, e si attua solo con la consapevolezza di un uomo che la comprende e riconosce.
Dovremmo certamente ampliare quel concetto di Sapienza, inteso come forza primordiale in qualcosa che è più aperto ad altri generi, quale la voglia assoluta di raggiungere uno stato di estasi emozionale finalizzato alla costruzione di una vera umanità empatica coscienziosa, e non semplicemente ad una statistica di uno stato formale e pessimistico della decadenza umana.
Le donne di oggi sono consapevoli di questo potere, oppure sono fossilizzate nel falso ruolo di attivista femminista sessantottina più che dagli sforzi compiuti da altre impavide delle epoche passate, che per ogni passo avanti verso l’accettazione di donna in qualità di individuo presente e pensante, le cui giornate austere delle carceri e la fustigazione di massa dell’oppressività maschilista hanno profondamente segnato il loro ruolo nella società?
Seppur pleonastico definire la superiorità della donna quale essere semplicemente “complesso” agli occhi di chi non sa comprendere, questo preclude una qualsiasi forma di dialogo che sfocia nell’egoismo emotivo di quanti trovano nell’impossibilità comunicativa, una limitazione fisica e di non appartenenza al genere, motivo e motto delle arcaiche idee sessiste nelle epoche trascorse e che oggi devono necessariamente dissolversi nel più semplice dei gesti, quale l’accettazione in nome di una empatica e sana ammirazione, ricordandosi sempre che solo attraverso una donna si può generare un uomo e non viceversa.
L’ha ribloggato su suchende.
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Non sono d’accordo con questa tua analisi o modo di esporre le terminologie sessiste che differenziano, in specie diverse, i sessi della stessa specie umana, anche se, ciò che in questo documento elegante stai evidenziando un analisi degli eventi sociali della donna del XX° secolo così come ci sono pervenuti viziati da una società capitalista che imputa con la numeristica monetaria, la classificazione sociale in base alle arti e mestieri che rendono efficienti un mondo moderno governato da, una forza parassitaria che cerca di nascondere il proprio stato sociale beneficiario, fondato sui principi borghesi in materia di proprietà privata.
Queste contraddizioni che hai evidenziato e messe a disposizione della critica, è la conseguenza disordinata di un piano antidemografico in atto dal 1956/60 che nasconde al suo interno un altro piano eversivo peggiore, d’invasione genetica di cui pochi sono a conoscenza.
Per spiegarmi meglio del primo, ti sottopongo come esempio politico: il G8 di Genova.
A quella data si radunarono in contestazione diverse forze di opposizione politica appartenenti a tutta Europa. G8 fu la prima manifestazione unitaria europea di protesta: da giovedì 19 luglio sino a domenica 22 luglio 2001″. Io c’ero.
Che fosse una manifestazione europea lo nascondono ancora oggi, chiamando “stranieri” gli europei in Europa come a Genova (città europea). Vado oltre altrimenti esco dal Tema..
Qual’era l’ordine del giorno che hanno sottaciuto al grande pubblico televisivo e Mondiale?
Nel G8 fu sentenziata la programmazione demografica in salvataggio del pianeta” attuando la “sterilizzazione di massa”,
L’ordine fu impartito da un “famigerato” Enri Kissinger di nostra conoscenza credo, dando il seguente comando supremo alle 7 potenze ALLEATE: “Poiché i Gay dal 1960 a oggi hanno superato la prova , si può sterilizzare a livello di massa”… conclude: per circa 70 anni.
Quesito; ” Esperimento umano? Da quando? dal 1960 a oggi?”
Quelle parole mettono in luce il piano eversivo demografico ai danni dell’Umanità occidentale.
Per attuare quel piano scellerato, le parole di Kissinger mettono in luce che: dal 1960 si mossero in Europa, schiere e schiere di femministe americane ben istruite al caso. Milano fu invasa coem tutte le città europee.
Durante i grandi motti studenteschi del 68 le femministe anglosassoni si infiltrarono nei movimenti contestatori per dissociare i Compagni dalle Compagne, le femmine dai maschi. Era il principio di una caduta già avviata otto anni prima in America, in cui, la femmina dissociata sessualmente dal maschio che oggi chiamiamo lesbiche o femministe o altro, non erano che delle reazionarie e controrivoluzionarie borghesi impedenti l’ascesa della Campagna e del Compagno verso una “politica asessuata” che contemplava nell’ascesa il mondo femminile a pari passo con quello maschile. Negli anni sessanta si combatteva per il “salario paritetico” in tutte le categorie. Il modello di riferimento erano i paesi socialisti dell’Est e Cina dove, i sessi erano paritetici in tutte le categorie e posti di lavoro fino all’astronautica: paga compresa.
Il disordine linguistico apportato dalle “Suffragette” dei tempi, nasceva dalla borghesia e non a caso, perché da Carlo Marx in poi (non era un comunista ma scienziato dell’economia industriale e statale, il comunismo verrà poi…), la Borghesia si poneva il problema che col marxismo avrebbe perso il controllo popolare negli stati di appartenenza. Come dice Cesare: se “dividi, imperi”.
Dalla data del G8: 2001, sono passati 18 anni, e quindi, le politiche di sterilizzazione di massa hanno dovuto adeguare le proprie Costituzioni inserendo il protettorato a favore dei loro esperimenti genetici andati a male ai danno dei propri cittadini, esagerando. Tutte le battaglie a seguire sono solo forme di Governamento del piano demografico, spettacoli compresi.
Chi, ha dato l’autorizzazione a quei scellerati di sterilizzare le masse trasformandoli in “ibridi” contro la loro stessa volontà? Chi rimborsa i danni ai genitori che volevano per i loro figli un altra sessualità e altro futuro?
Gli stati del G8?
Quando una Transatlantico si sfascia (carene) si apportano pezze su pezze su pezze riparatrici ritrovandoci una Costituzione appezzata con parlamentari, senatori e giudici “pezzenti”, che passano la loro esistenza legislativa per cercare di evitare il naufragio totale con pezze “ammendanti” di ammende su ammende di ammende, per poi trovarci tutti in una soluzione disperata dei mille incerti “rebus” linguistici per giustificare il naufragio totale.
Davanti a tanto fallimento demografico europeo accusiamo anche l’innocente ultima generazione sterilizzata accusandola di essere smidollata, senza spina e incapaci di proliferare o di essere autosufficienti?
Che fanno i G8?
“Avanti! … Immigrare, Immigrare, Immigrare, Immigrare… i proletari prendeteli giovani e già grandi.
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Ho letto attentamente il tuo intervento. Il significato intrinseco di questa considerazione è da rapportare alla conoscenza e al mio modo di osservare i cambiamenti nella società odierna tralasciando tutto l’apparato politico e concentrandosi più sui sentimenti contrastanti che provocano queste distinzioni e contraddizioni.
Nell’enunciare i termini con cui si identificano i vari movimenti di pensiero, che erroneamente si associano ai relativi sessi della specie umana, quali “Maschilismo” e “Femminismo”, sono riportati le definizioni letterali di quello che nella lingua italiana chiarisce la natura di questi due movimenti e rapportarli poi a considerazioni attuali, quali arcaiche idee del passato.
Credo che tu abbia sicuramente cercato e letto l’articolo associato al “Paritistimo” che per certi versi include tutti i generi socialmente e sessualmente conosciuti e con cui oggi si trova difficoltà ad accettare la loro presenza, condizionati da scelte politiche, ignoranza e dogmi religiosi. Ma non vi è alcuna discriminazione, anzi.
Non ho certamente, o quanto meno intenzionalmente, trattato l’appartenenza di questi movimenti a classi (termine che non ho mai utilizzato) né tanto meno definito tutti gli aspetti politici che gravitavano intorno ad essi se non quelli conosciuti per dare corpo e spunto di approfondimento. La mia è una considerazione sociologica dei fatti storici conosciuti fra le varie epoche e non politica, che mi guardo bene nel trattare.
Sono sempre aperto a conoscere la posizione di tutti ma non tollero la propaganda politica o eversiva e spero che tu non abbia fatto questo nel commentare un pensiero personale, perché credo nelle tue buone intenzioni dal modo assennato di riportare fatti e considerazioni, a me sconosciuti.
Mi piace il paragone che fai fra la “sterilizzazione di massa” degli anni ’60 fisica con quella sociale e povera di contenuti della generazione attuale. Un ottimo paradigma anche se brutale nel primo caso.
Se vuoi aprire un dialogo su queste tematiche che tu hai descritto, scrivi un post o un articolo che dir si voglia e lo commenterò volentieri nel tuo blog che sembra essere molto interessante per la forza che ci metti nel raccontare.
Qui scrivo di sentimenti e di considerazione sociologiche, linguistiche, letterarie che forse per te saranno inutili o accessorie, ma fanno parte dell’esperienza umana.
Approfondirò le mie lacune che riguardano i fatti che tu hai descritto, verificandoli e magari se vorrai in futuro chiederò direttamente a te quella che è la tua esperienza e la tua visione d’insieme. Secondo me il dialogo è fatto anche di questo per una crescita consapevole.
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Chiaro, sei stato molto chiaro.
Escludera la politica (polis) all’uomo è come togliere l’acqua dal mare. Tutto è politica anche quella eversiva, poi la si combatte e vinca il migliore, ma non pianga il vincente sui suoi errori se i castelli di sabbia (vetro) poi crolleranno. Il Sociologo è un politico altrimenti e un osserbatore parziale. Su tuo consiglio non apro un post dedicato a questo o tuo argomento in quanto, oltre a ritagliarmi uno spazio dedicato alla ricerca sulle dinamiche che hanno generato la speculazione politica ed economica nei confronti dell’Arte, nell’Arte e contro l’Arte, non mi basterebbe una vita intera per permettermi di distrarmi da questa ricerca dedicata, ci vuole troppo tempo, ricerca che sto creando in diretta sui fogli offertigentilmente in prova-omaggio da Word Press, lasciando a loro disposizione unamia tesi alternativa al giudizio sugli artisti delle Avanguardie d’inizio secolo XX° e, questo tuo compito politico che mi solleciti in un nuovo post, lo lascio ad altri associati (come voi) che insieme creano questa rubrica multiculturale e globale di WP che ritengo di alto livello culturale e concettuale. Intanto, mi scuso per la forma rudimentale delle mie espressioni (che ho avuto modo di auto-censurare prima di lanciare la mia opinione) in quanto, il mio compito sociale dal quale ricavo il vivimento, è nelle costruzioni di allestimenti e scenografie per interni dove il contatto umano è esclusivamente artigianale con operatori dalle mani d’oro, che dirigo e con i quali spesso bisogna avere polso franco. Quindi, non uso ricamare il lessici, non è mio mestiere, ma se, quando leggo la sola parola “femmina” generalizzata, abusata, o degenerata, o eccessivamente esaltata, scatto! Questo gergo anglosassone di chiamare femmine le Donne in generale, ha origine nella cultura colonialista inglese giudeo-anglicana dove le donne, se non regali, sono da sempre rilegate al mondo puerperale e allontanate dal mondo degli uomini. Questo concetto religioso di sudditanza della donna è in tutti i popoli,ma essendo gli inglesi dominanti e colonialisti, lo hanno esportato in tutti gli angoli del mondo con la forza, violenza e arroganza di una armata tecnologicamente avanzata e sterminatrice, umiliando le culture mondiali, quando per ragioni politiche, poi, utilizzarono il gergo femminismo per la sola dominanza emancipativa con le nuove schiave illuse sottomesse al lavoro bestiale che le industrie pretendevano, generando in quei mondi e nel suo, queste fratture sociali anti riproduttive quando le loro donne chiedevano di appartenere non come genere, socie della Società.
Quando dicevo che, con la rivoluzione industriale si sono formati due i cippi contrapposti produttori di attrazioni e respingimenti culturali sulla gestione degli utili industriali (Capitalismo e Comunismo) questi due mondi sono entrati in conflitto proprio per come gli umani sono stati considerati ed usati al fine del proprio potere politico economico e industriale. Il Femminismo borghese storico, non a caso nasce in Inghilterra, oggi crolla davanti alla “sterilizzazione di massa” in tutto il mondo, in quanto, le “nuove femmine separatiste”, spesso sterilili per mille motivi, non essendo politicizzate, oltre ad essere aumentate di numero,sono anche nichiliste come tutta la società capitalizzata cui fanno parte. Esse non si riconoscono più femmine, (a porte chiuse), ma donne, e quindi separatiste comunque dentro quel processo bio-politico-industriale sulla gestione globale dell’umanità da tenere sotto controllo. Divenendo “sistema interdisciplinare” nella lotta alla crescita demografica, è chiaro che nascono nuove categorie gender con sfumature non controllabili o classificabili che, la politica cerca di contenere nei propri ranghi a favore dei propri parametri logistico-funzionali- costituzionali che, si sono rivelati fallimentari. E ciò vale anche per il sesso maschile. Le terminologie si stanno multidifferenziando, ma poi, stringi stringi, possiamo parlare di decadentismo-sociale e globale programmato, multicolore, multiculturale dove, il confine tra etero e ibrido si sta allargando sempre più, e quindi siamo e siete alla ricerca di una tolleranza reciproca applicativa per evitare prima del crollo alimentare lo sterminio reciproco per non morire di fama (Carlo Marx)
Ma la polita capitalista gestionale del mondo, con il “globalismo” ha avviato un processo di contaminazione razziali, culturali, commerciali, che abbisognano di tempo per assicurare il successo, ma il pressing ingiustificato sull’accelerazione del processo, non giustifica le miserie a cui siamo sottoposti tutti quanti. Ma ai “mondialisti” non frega assai del processo globale disordinato, dicono come sempre e in passato: “si arrangino” gli interessati, in quanto, tocca a loro stessi risolvere il problema inflazionistico delle loro stesse nascite, poi, noi capitalisti gestiremo col nostro modello sociali i sopravvissuti ricattandoli con il: danaro, regimi, caste e divinità farlocche.
C’è un altra via d’uscita?… io dico di si.
Tu dici invece da analista antropologo che attraverso lo studio animalesco dell’uomo scimmia è possibile trovare o inventare una via d’uscita per iniettare la felicità alle nuove generazioni depresse alle quali è stato negato tutto; ma ti dico che, se manca una visione d’insieme programmatica sul modello nuovo gestionale dell’umanità e del loro futuro, l’apatia e l’alienazione resteranno il modello unico per gli umani tutti a cui gli è stata sottratta la gestione della loro felicità, fede, fermezza nei sogni fattibili che davano e daranno origine al loro futuro.
Senza una Nuova Terra non c’è futuro, ma solo eleganza sciocca e, presuntuosa decadenza non percepibile.
C’è un altra via d’uscita?… Si!
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Ti ringrazio per la risposta esaustiva. Soprattutto ho apprezzato la tua argomentazione, il rapporto fra la storia scritta e quella nascosta. I ruoli, l’appartenenza di un pensiero idealista che ha come radice la natura oppressiva di un popolo. La rivoluzione industriale è stato un periodo storico controverso. Da lì è cominciata la lenta agonia dell’arte. Basti pensare l’Arts and Craft in risposta ai prodotti seriali e ai concetti, alle copie tutte uguali che sfornavano da quei fumaioli neri, oggetti e persone. Penso di aver afferrato il concetto che vuoi esprimermi e non devi scusarti di nulla.
Non ho modo di aggiungere altro perché mi trovi d’accordo su molti tuoi pensieri. Ho sfogliato qualche pagina del tuo blog ed ho appreso notizie interessanti come Gertrude Stein. Ho avuto modo di leggere qualcosa online, mi incuriosisce la sua opera ma soprattutto la sua forza con cui ha demolito ogni identità sociale, si è posta contro il bigottismo istigando le donne ad uscire allo scoperto. Forse è molto di più e quindi non vorrei scrivere di cose che non conosco. Ma comprendo il perché tu le abbia dedicato una sezione specifica.
Grazie del tuo intervento, mi arricchisce tutto ciò.
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