L’amitié: l’amour des pas tombé en amour

group of people sitting on ground while cooking egg
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Trovare qualcosa mentre si cerca dell’altro, è una pratica comune nel web ma soprattutto nella vita.
Spesso ci si imbatte in persone che con noi hanno poca affinità fisica ma che mentalmente si attraggono, diventando una sorta di prolungamento del proprio essere.

Tuttavia, esistono quelle situazioni in cui si utilizza la scusa dell’amicizia per rifiutare le attenzioni romantiche di qualcuno, quasi come un linguaggio idiomatico volto ad associare un mancato trasporto emozionale e fisico con il rifiuto categorico.

In realtà l’amicizia è una cosa seria!

La confusione fra i termini conoscenza ed amicizia appunto, è un fatto quotidiano.
L’unione di queste due sfere sociali, mostra uno spaccato della cultura popolare moderna che abusa e riusa questi aggettivi barattandoli come mezzo economico di tipo clientelare.

Leggendo la definizione di questi due termini è possibile osservare come in realtà si parli dello stesso e medesimo sentimento ma con le dovute correzioni.

Amicizia: scambievole amore nato da conformità di voleri, e da lunga, conversazione.” (Dizionario Accademia della Crusca )

Amore: Sentimento di viva affezione verso una persona, che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia” (Treccani)

Dunque possiamo asserire che si parli dello stesso medesimo sentimento con l’unica eccezione, il desiderio. Appunto perché quando ti piace una persona tu la desideri, o meglio, desideri quanto meno di poter passare dei momenti con lei, desideri che le sue attenzioni fossero verso te, desideri che si dedichi a te. Un desiderio sia esso fisico che emotivo, ma non possiamo certamente parlare di Amore. Si tratta sicuramente di un condizionamento appreso da infanti quando le capacità cognitive di un bambino iniziano a svilupparsi comprendendo i rudimenti di quell’intrinseco significato quale la possessione come reazione alla convivenza obbligata in uno spazio e in una piccola comunità sociale. Si iniziano a definire dei limiti entro cui il tuo spazio è solo tuo e quello del vicino non deve essere toccato.

Ma non è proprio questa impossibilità a possedere qualcosa che fa nascere in noi il desiderio?

Nonostante i personali traumi subiti dalla dura realtà dei fatti, questo desiderio cessa di esistere quando stimiamo una persona con cui si instaura un certo dialogo e un certo legame. In amicizia non puoi certamente desiderare le sue attenzioni, non si è spinti da sentimenti di gelosia e di possessività, non hai alcun desiderio di possedere la sua vita e le sue emozioni perché provando affezione, tutti gli altri sentimenti tossici vengono annullati dal buono che riesci a trovare in quella persona.

Oggi abbiamo perso il significato di amicizia in senso stretto, alterato dai layout dei social network che per necessità di sintesi inquadrano ogni conoscenza come “amici” per inserirvi tutta quanta la spazzatura umana possiamo incontrare virtualmente. Questo termine edulcorato è reso più accattivante dall’opportunità di creare connessioni lontane nel mondo, con persone che magari hanno soltanto messo un “mi piace” su uno dei tanti link dove si visualizzano le massime da giornaletti adolescenziali.
Il classico: “Ti stimo fratello/sorella!”.

In economia la stima e un procedimento analitico e/o comparativo che determina il reale valore di un bene o di una grandezza. Quindi se stimiamo qualcuno, diamo un valore a quella persona, ma con quali termini di paragone se questi non sono tangibili?

Dare un valore a qualcuno è sottoporlo ad un processo di comparazione. Quindi diffidate da chi vi stima perché paragoneranno sempre la vostra vita con quella propria e se lo scarto dato dalla differenza dei rispettivi valori è ampio significa che sarete condannati ad un trattamento pressante di giudizio e vessazioni sottili che volgerà verso la palude chiamata invidia.

Abbiamo certamente analizzato i concetti base della pratica moderna di definire l’amicizia, ma in realtà non dobbiamo certamente avolterare con la pratica errata che la società ci impone e che l’uomo e la donna comune applica con elevata abnegazione.

Forse Syria interpretando un testo per lei scritto da Giovanotti nel Sanremo 2003 definisce sapientemente questo sentimento misterioso in “L’amore è”

Necessario sarebbe rispolverare la saggezza delle canzoni di una volta quelle più datate che i nati nell’era di internet non conoscono. Per gli altri che hanno ascoltato la versione originale di Dario Baldan Bembo, è da apprezzare anche la versione francofona di Céline Dion.

In fondo l’amicizia è l’Amore di chi non è innamorato!

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2 pensieri riguardo “L’amitié: l’amour des pas tombé en amour

  1. Il legame che c’è fra possessività e protezione è leggero e agli occhi impercettibile. Bisogna domandarsi sempre quando un comportamento, sia che lo si compie o lo si riceve, diventa opprimente e protettivo dalle intenzioni espresse. La voglia di sentirsi diventa poi motivo di fraintendimento. Si trasforma in possessività quando si pretende una risposta in un arco di tempo limitato oltre il quale si inizia ad essere preoccupati, fino a diventare gelosi se la controparte, per addolcire, omette qualche particolare.
    Scrivi bene, è proprio il battito del cuore a fare la differenza. La bellezza di sentire le pulsazioni di colei/colui a cui dedichi le tue attenzioni è qualcosa di molto tenero e che raramente è possibile mettere in atto, se non si è cardiologi. Se si potesse in qualche modo noleggiare un apparecchio holter da utilizzare al primo appuntamento, si potrebbe veramente imparare qualcosa sull’altro/a, ascoltare e leggere in quale punto ha provato più emozioni, oppure ripercorrere le piccole fasi di quella giornata, pomeriggio, serata, in funzione di quei battiti. Magari rapportarli a quelli degli altri incontri successivi.
    Magari, sentire le vibrazioni della voce posando una mano sotto il mento, a palmo aperto. Sono emozioni che si esprimono ma che non vengono lette, percepite e ascoltate.

    "Mi piace"

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