Amore ed estrem-azione nell’era tecnologica

person couple love romantic
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Esistono in rete video e immagini di auto-aiuto che discernono, per mezzo di frasi e di filosofia spicciola, un sentimento o uno stato d’animo. Mi è capitato di vederne uno che tratta, diciamo così, dell’arte di saper amare una persona per quella che è citando Platone.

Sicuramente molto interessante, per il messaggio che vuole dare ma fondamentalmente sussiste una inesattezza ossia anteporre la perfezione come meta di coppia o meglio pubblicizzare la perfezione come metodo di scelta di un partner per la vita.

Esistono persone perfette per stare insieme che alla fine sono incompatibili emotivamente. Altrettante imperfette, soggetti che non possiedono il minimo comune denominatore ma che hanno un mondo tutto per loro che gli permette di vivere la vita di coppia in modo equilibrato. Sono l’alba e il tramonto, il cerchio e il quadrato, la pulce e il gatto, unite però da qualcosa di puro che solo loro conoscono e sanno valorizzare.

Platone ha vissuto millenni fa e la cultura greca dell’epoca non era certo quella di adesso, fatta di apparenze ma soprattutto del saper apparire nella dilaniante pochezza interiore.

Un esperimento che ho avuto modo di mettere in atto mi ha permesso di comprendere ciò che tiene in piedi un rapporto e questa domanda la giro a te caro lettore o lettrice:

Hai mai provato a sostenere un dialogo totalmente bendato/a con qualcuno per cui provi un certo trasporto?!

In questi casi, i soggetti che accettano di sottoporsi a questa esperienza, sono accomunati da un sentimento importante, la fiducia. Se questa proposta ti genera una certa paura sta qui la difficoltà. Tutto il resto, il gioco di sguardi, i sorrisi sono manifestazioni meccaniche appartenenti ormai nel modus vivendi umano e consumista fatto di presenze, apparenze e virtualismi illogici.

La domanda fondamentale a questo punto risulta essere diversa, ossia “sei disposta ad amare te stessa/o così come sei?”

Platone viveva in una cultura dove il bello era fondamentale per l’appagamento dei sensi ma questo doveva anche essere supportato dalla profonda conoscenza del potere intrinseco di ognuno di noi.

Loro sapevano amarsi per quelli che erano, e noi?!

Questo pensiero è stato successivamente migliorato da Cartesio circa 2000 anni con la concezione dell’io attraverso la massima che tutti conosciamo “Cogito Ergo Sum” riferito alla nostra capacità di definire il vero e il falso che oggi si è totalmente perso.

Forse è da questo che bisogna ripartire, nell’essere educati a saper pensare col cuore, bendare i nostri occhi fisici per aprire quelli periferici atti a captare un tremolio, un’emozione, un sussurro e un’affermazione, saper andare oltre il giardino del vicino.

Siamo veramente capaci di riconoscere l’Amore e apprezzarlo per quello che è?

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8 pensieri riguardo “Amore ed estrem-azione nell’era tecnologica

    1. Grazie prima di tutto per averlo letto e poi per il “bel testo”.
      Non ho nulla da insegnare credimi, esterno solo considerazioni personali, spesso argomentate e talvolta imprecise.
      Amore platonico, volgarmente (come è possibile trovare sui massimi siti della conoscenza condivisa) è una forma di amore senza trasporto fisico, ciò che oggi chiamiamo stima.
      Quando mi riferivo ad “esperimento” era simbolicamente un invito ai soggetti (conoscenti, amici) di provare questa forma di oscurità. La provocazione spesso non attecchiva, si rifugiavano nel luogo comune, l’impossibilità fisica di eseguire l’esperimenti oppure semplicemente l’impossibilità sociale.
      Dunque è un esperimento non scientifico ma provocatorio.
      Ho avuto modo di rispolverare qualcosa di Platone, sulla duplice rilevanza di un pensiero e della realtà che ci circonda, una parte buona e una totalmente inversa: Iperuranio e il mondo reale.
      Permettimi di capire di più riguardo a questi “pensieri superficiali di Platone”.

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  1. Cosa c’è di così impossibile nell’intraprendere un dialogo bendato? È stimolante e può diventare costruttivo ed anche divertente, ma forse sono io che vivo in un’altra galassia.
    Platone… si sarà mica offeso? Leggendoti ho associato il suo nome all’amore platonico che io intendo come superficiale. Ma la tua spiegazione è stata, come sempre, di grande aiuto. Che Platone mi scusi! Lo farà?

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  2. Il dialogo bendato è bellissimo, mi piacerebbe tanto provarlo. Acutizzi l’olfatto, il gusto e l’udito. Non sei tu, sono gli altri che vivono in un mondo troppo presente.
    Non credo, ma magari se la prende solo con me il caro Platone.
    Non sono molto bravo in filosofia, ho sempre approfondito come potevo colmando le lacune che la mia curiosità scoperchiava. Magari è anche una forma di superficialità, dovremmo approfondire, che ne dici?
    Il caro Platone ha capito tante cose della vita e non credo che ne abbia a male se a distanza di millenni ancora si parla delle sue opere.

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