La musica, come qualsiasi altra forma d’arte, spesso fa da collante nella sfera sociale di tutti i giorni, definendo non solo un particolare “periodo storico” della propria vita, ma soprattutto rievoca una circostanza emotiva particolarmente piacevole ritagliando via tutte le negatività vissute.
Un ricordo è anche composto da una parte olfattiva che raramente si riesce a ricreare se non nel momento in cui essa si manifesta. Un profumo particolare, oppure una combinazioni di odori questi influiscono positivamente nell’elaborazione ed archiviazione di esso.
Questa volta però vorrei parlare più di me, mettendo da parte la natura critica verso questo tema ed approfondendo più quella interiore ed umana.
Come per ognuno di noi, esistono alti e bassi, momenti in cui si perde la bussola e altri concentrati sull’obiettivo perdendo di vista tutto il resto, tuttavia vi sono dei piccoli frangenti positivi che permettono di frantumare per un po’ quella negatività accumulata e che ci permette poi di ritornare ai sogni e ai ricordi di un passato rumoroso.
Qualche giorno fa, mi trovavo ad assistere un piccolo concerto musicale di giovani musicisti e sorprendentemente nel repertorio ho potuto assaporare un medley di brani che ascoltavo assiduamente nel periodo del liceo. Un periodo che per molti è stato leggendario e per molti altri pieno di sofferenza. In un periodo storico in cui il bullismo era accolto dai professori come semplici scherzi goliardici a cui si prestavano appoggiando indirettamente il comportamento vessatorio di quei pochi che lo commettevano, quando i telefonini erano pesanti mattoni, quando nonostante fosse difficile comunicare con l’altro sesso bastava solo uno squillo per rallegrarti la giornata. Momenti insomma che seppur pregni di negatività, conservano ancora quel magico alone di spensieratezza, che si basava fondamentalmente dei sabati pomeriggio in piazza ad incontrare la o le comitive, effimere quanto la semplicità con cui riuscivi ad entrarci.
Attualmente mi trovo ad ascoltare altro tipo di musica, abbandonando totalmente quello americano e italiano abbracciando con devozione il panorama francofono. Eppure quel giorno a quel piccolo concerto si sono manifestati in me tutti i dubbi e i sogni che facevo nell’ascoltare quelle canzoni. Dopo una giornata a scuola la sera preferivo isolarmi con due musicassette in cuffia ed immergermi in quelle canzoni che parlavano di amicizia, di amore, di divertimento che si sperava potesse entrare nella propria vita il giorno seguente e che ti avrebbe permesso poi di terminare la giornate con “un giorno anche io…”.
Questa è la parte evocativa di un ricordo. Si manifestano in noi quelle sensazioni di speranza e di spensierata bellezza che si ha verso il futuro, verso gli anni che passeranno dopo la maturità ad inseguire quelle fantastiche idee che si ha della strada e dell’amore.
Per spiegare meglio questo punto di vista sarebbe cosa buona e giusta ascoltare la semplicità di questi sogni, che oserei dire per me rappresentano dei cortometraggi di uno spaccato di vita alternativa alla realtà personale.
Quando ti trovi il sabato che non sei potuto uscire, o non ti hanno fatto uscire per svariati motivi che ad oggi non riesci ancora a spiegarti, ti immagini di essere con la tua comitiva ad organizzare un pomeriggio immaginandoti di perderti per le strade di periferia, così reale nelle sembianze ma così distante dalla tua linea temporale.
Chi non ha mai pensato alla propria simpatia con melensa e nostalgica tristezza cosciente del fatto che “parlare sai ma farlo non puoi”?!
Non si può perchè, come dice Max, “non è facile…” e allora rimani lì a guardare e ad immaginare nel letto della tua stanza che in quel momento potesse almeno “sentire il tuo pensiero” (citando Ligabue) e magari ricambiarlo per una sola frazione di secondo in quel momento particolare della tua vita.
Più difficile invece è quando non avevi una lei a cui pensare e quindi dedicavi questa canzone a chi sarebbe venuta dopo a rubarti il cuore.
In quei momenti, quei minuti brevi che durano una canzone, immagini una storia, una persona e una situazione favorevole a te che sia diversa dalla realtà tanto da lasciarti in bocca quel sapore di felicità che speri presto possa materializzarsi assaggiando e gustando la compagnia di questa lei immaginaria ma così reale.
Il giorno che ritorni a casa felice, dopo aver passato una serata spensierata senza che nessuno ti deludesse o peggio, che tu deludessi qualcuno. Ecco, si manifesta nella tua mente questo brano sollevando il tuo stato d’animo tanto da dimenticare le angosce adolescenziali.
Immaginavo di uscire da casa mia con una bellissima moto custom, visualizzando la strada e le azioni da compiere in moto come ad esempio quando azionare il pedale delle marce e a godermi la strada litoranea tanto lontana quanto la linea sottile fra realtà e finzione.
La canzone preferita che in quei momenti di delusione ti danno il sostegno e la positiva evoluzione di una storia che si ripete. Una regola che per me è stata la conferma della teoria espressa da Max Pezzali e tacitamente accettata per amore. Una decisione subita che tuo malgrado accetti cercando in te di trasformare il tuo interesse in qualcosa di più importante, cercando di costruire connessioni e ricordi insieme. Come quando si pensava che l’amicizia fosse per sempre.
Immagino gli anni trascorsi, quelli in cui sei cosciente di non aver vissuto le emozioni che credevi di meritare se non tramite un sogno indotto, una realtà alternativa che ci si costruiva per avere la speranza di un “giorno migliore”. Quel giorno che forse è arrivato dopo l’opprimente età del liceo, piena di vincenti e vincitori. Gli stessi che oggi hanno vinto e che tu guardi a debita distanza per non confermare o smentire la tua capacità o incapacità ad appartenere alla loro categoria.
Nessuno potrà toglierti i sogni del passato e le speranze che avevi per il tuo futuro ma quello che potresti deludere è il tuo giovane io che a 18 anni vedeva aperta ogni possibilità di miglioramento del proprio futuro.
Qui invoco il me del passato affinché mi ridia quella piccola speranza che avevo custodito per tanto tempo e che ad oggi è scomparsa dalla mia bisaccia.
L’amore è tutto, in ogni cosa, ma in questi momenti in cui ti rendi conto di come in verità il mondo giri, dove tutto fa più social se camuffi la cattiveria come bravata senza rispetto alla delicatezza dei sentimenti, all’aggressività e la prepotenza invece che al rispetto della dignità individuale ritornando quasi al bullismo asservito dai media che si viveva nelle scuole di una volta e che oggi è diventato preponderante nelle scelte di vita di molti.
In questo momento invoco l’Amore, quello Vero, quello sincero e non formalizzato dal numero di like che si riceve oppure dal personaggio che rappresenti. Oggi Where is The Love?