I cicloamatori e i ciclo-distruttori

building-vintage-bike-monument.jpgIl ritorno di fiamma delle mode passate, spesso trasformano una pratica di vita in un modo di pensare e vedere il mondo caratterizzato principalmente dallo “Slow ride”. Niente a che vedere con l’omonima canzone dei Foghat. Semplicemente si tratta di utilizzare un mezzo alternativo per fare sport all’aria aperta o per spostarsi da un luogo ad un altro. Qui può sorgere la domanda:
Cosa c’entra l’Amore con la bicicletta?

Tutto gravita intorno all’Amore quindi anche questa pratica, o meglio, stile di vita è importante e correlato.

Tralasciando le notizie nefaste sui morti nelle strade, causate da automobilisti e ciclisti imprudenti, vorrei soffermarmi su quelle azioni e progetti che permettono a questa pratica di vita, di svilupparsi sotto tutti gli aspetti, citando casi studio e anche casi umani.

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Cicloamatori
Sono facilmente riconoscibili da una corporatura resistente e sempre sportiva che hanno voglia di imbracciare la loro bicicletta nei tragitti casa-strada. Sono persone che personalmente ammiro più che altro per la determinazione/ostinazione ad utilizzare un mezzo che per molti è obsoleto, forse meglio dire anacronistico. Tuttavia questo mezzo ha sempre ispirato l’immagine colletiva, quasi romantica, di un mezzo ecologico, che porta gioia a chi lo utilizza ma soprattutto con chi lo si condivide.

Forse i millenials e qualche generazione nata negli anni’80 conoscerà l’emozione di ricevere come regalo la prima bicicletta della propria vita. Il primo oggetto che ti permetteva di essere libero ma anche quello che faceva gruppo nelle strade e nelle piazzette della città.

Tuttavia vi sono sempre delle condizioni tali da rendere la vita impossibile a chi inforca il biciclo ora come allora: la mancanza di corsie a loro dedicate.

Se da un lato vi è una legislazione che sancisce e regola l’utilizzo del mezzo a due ruote su strada, dall’altro non esiste un’adeguata preparazione da parte dei pedoni e automobilisti ad accogliere il ciclista sulla strada.

In passato, leggendo fra le varie notizie ho trovato interessante quanto mai coraggioso l’opera di alcuni attivisti, nel quartiere Tuscolano a Roma, che si sono armati di vernice e pennello ed hanno dato vita ad una pista ciclabile popolare. Se questo non è Amore!

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Fonte: VENTO

Che ne pensate invece di quel gruppo di Architetti ed Urbanisti del Politecnico di Milano, che attraverso studi di fattibilità e ricerca (quella con la R maiuscola) hanno dato vita al progetto VENTO che collega Venezia a Torino. Sicuramente questo percorso entrerà a far parte del progetto della EUROVELO una serie di “autostrade” ciclabili che collegheranno fra di loro le nazioni europee.

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Fonte: Bikeitalia

Al sud esiste un progetto simile, ma meno ambizioso e privo di ricerca, forse ad opera di un sindaco attivista pacifista (strano vero?), ma che mi ha particolarmente incuriosito, che nella città di Messina, in Sicilia, ha portato la cultura della bicicletta realizzando ristrette corsie cittadine per le bici che con poche lattine di vernice ha segnato nel centro cittadino delle strisce gialle col simbolo delle dueruote. Mentre si è già in fase di avvio la costruzione di un prolungamento di quella della litoranea che collegherà l’esistente alla punta del faro.

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FonteLetteraemme

E poi ci sono quei cicloamatori alternativi, che magari usano una bici pieghevole, quelle tipo “Graziella” avete presente?

Al nord Italia sono più presenti rispetto al sud, eppure c’è chi ha veramente pensato di poter affrontare un viaggio armato di una bici 20″ per destreggiarsi fra le strade trafficate della città, fra occhi divertiti dei passanti/automobilisti e scherni dei più “simpatici” (per non dire altro). Che poi la parola viaggio nell’immaginario collettivo è sempre sinonimo di qualcosa che impiega forze economiche oltre quelle fisiche e mete estreme. In realtà un viaggio è anche il tragitto fra casa e lavoro oppure casa e università. Conta solo la direzione che scegli. Anche scegliere una strada più impegnativa ma panoramica può essere davvero un bellissimo viaggio. Il mattino presto (per i più dinamici) è qualcosa di veramente emozionante, a parte il freddo pungente che ti colpisce nei punti più scoperti, ma che scompaiono alla prima salita oppure al primo raggio che ti acceca allo spuntare del sole.

In verità non conta proprio il mezzo a due ruote che scegli, che siano a due, a tre o a quattro ruote è pur sempre un mezzo meccanico su cui ci investi fatica, energia e sogni. Ma soprattutto Amore!

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FonteXYZ Cargo

A tal proposito vorrei segnalarvi un altro progetto portato avanti da un gruppo di giovani danesi di Copenhagen hanno messo a punto un sistema opensource chiamato XYZ Cargo che sfrutta il concetto di auto-costruirsi una bici cargo con dei componenti semplici che potete trovare dal ferramenta o altri grandi gruppi che vendono profili scatolari in alluminio. Oppure, per i più pigroni, una rete di vendita il cui ricavato servirà per finaziare le iniziative promosse dai fondatori oltre che sostenere il progetto stesso.

Ci sarebbero tanti altri esempi e opere lodevoli realizzate in tutte le parti del globo, ma per equilibrare vorrei affrontare anche i contrari.

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Ciclo-distruttori
In verità, rispetto alla prima categoria, non sono per nulla riconoscibili perché sono pedoni, automobilisti e classe politica che spesso non è educata al rispetto della diversità. Ma ovviamente non mi riferisco a tutti i pedoni, tutti gli automobilisti e tutti i politici, semmai una buona cerchia di persone che hanno il potere e la possibilità di rendere la vita impossibile a chi si vuole godere un pezzo di strada cittadina (non quelli che si prendono tutta la carreggiata).

Nei giorni scorsi ho letto un articolo interessante che quasi annulla tutto quello che ho citato come l’eterna battaglia fra Amore-odio. Mi ha colpito la lotta politica di un consigliere della città di Messina che ha deciso di eliminare tutte le piste ciclabili della città perché il restringimento della carreggiata aumenta il traffico. Lo trovo veramente un controsenso estremo, da un lato qualcuno riceve la giusta accoglienza nel traffico urbano e un altro invece ti fa la guerra aperta perché fondamentalmente rubi lo spazio agli automobilisti giustificando l’operazione come una sorta di tutela verso i ciclisti. Per chi volesse leggere qui viene riportato l’articolo e la fantastica guerra che sta portando avanti il consigliere.

Ovviamente, l’odio viene portato avanti anche dal comune di Roma, come la cancellazione della pista ciclabile realizzata dai cittadini attivisti. Qui l’articolo. Che siano imparentati politicamente con quello di Messina?

Seppur vero il detto che la “madre degli stolti è sempre incinta” aggiungerei che è anche una grande viaggiatrice, ma non è questa la sede per giudicare il loro operato, né mi interessa il tema politico.

Nonostante i ciclo-distruttori, gli esempi che rappresentano l’Amore verso uno stile alternativo di mobilità, sono di gran lunga superiori che quasi offuscano quelli negativi e distruttori. Ma vorrei ricordare a tutti, che siate ciclisti o automobilisti, prima di tutto siete e sempre sarete dei pedoni, quindi non odiamo chi ama una vita diversa dalla nostra ma accogliamo il suo punto di vista che sicuramente non potrà farci cambiare idea ma almeno non ci renderà ignoranti e insensibili verso l’Amore stesso.

Vorrei concludere con una immagine simpatica tratta da un articolo su di un ciclista che attraversa il lungotevere in bicicletta, nonostante la piena del fiume.

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Fonte: Meteoweb

L’Amore è diversità!

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